20 Mar Come comportarsi davanti ad un decreto ingiuntivo
Cari amici lettori, benvenuti ancora una volta al nostro consueto appuntamento del venerdì. Nelle puntate precedenti abbiamo spigolato tra vari istituti di diritto civile e penale, cercando di capirne la portata ma soprattutto la loro applicazione pratica.
Quest’oggi ho deciso di affrontare un tema abbastanza complesso nei suoi aspetti tecnici ma di grande attualità. Oggi parliamo, infatti, del decreto ingiuntivo.
Sin dai tempi dei primi maestri della retorica, grandi oratori come Cicerone si battevano per far ottenere ai propri clienti la restituzione di una somma di denaro o di un bene da parte di chi era loro debitore. Anche oggi, sicuramente più di allora, le cause maggiormente trattate negli studi legali italiani sono quelle aventi ad oggetto un diritto di credito riguardante beni o somme di denaro.
Il decreto ingiuntivo si configura in un rapporto di credito-debito. Se il debitore adempie spontaneamente, nessun problema. In caso contrario il creditore potrà esercitare il diritto di rivolgersi ad un giudice per ottenere l’adempimento della propria pretesa.
L’avvocato del creditore chiederà quindi al giudice di emanare un provvedimento – il nostro decreto ingiuntivo – con il quale ordinerà al debitore di onorare il debito. La richiesta dell’avvocato si chiama “ricorso” e deve contenere tutti gli elementi probatori utili a dimostrare l’esistenza del credito vantato.
A questo punto possiamo avere due esiti: nel primo il giudice rigetta il ricorso perché ritiene che la domanda del creditore non sia accoglibile; nel secondo accoglie il ricorso emanando il decreto ingiuntivo. Con questo decreto il giudice ordina al debitore di pagare la somma dovuta o consegnare il pomo della discordia entro 40 giorni dalla notifica del decreto stesso. Questi 40 giorni sono molto importanti poichè prima della loro scadenza il debitore può opporsi al decreto.
L’opposizione del debitore comporta l’inizio di un vero e proprio processo ordinario, che a causa delle lungaggini della giustizia italiana può durare molto tempo. In caso di mancata opposizione il decreto ingiuntivo permetterà, dopo i 40 giorni, di procedere con l’esecuzione forzata, ovvero di pignorare i beni del debitore.
Riassumendo, se vi trovate nella posizione creditoria, questo è l’iter che dovrete seguire per far valere il vostro diritto. Se invece vi ritrovate malauguratamente in quella debitoria, sappiate che potete o pagare subito oppure, in caso vi venga notificato un decreto ingiuntivo, avete 40 giorni per contattare il creditore e magari addivenire ad un accordo bonario o ancora, se ritenete che la pretesa creditoria sia infondata, opporvi e provare le vostre ragioni in giudizio.
Sappiate che i 40 giorni sono il vostro raggio d’azione, al termine dei quali non potrete più fare alcunché, tanto che siate davvero debitori tanto che non lo siate e vi toccherà pagare volontariamente o subire l’esecuzione forzata.
Spero di avervi fornito un chiarimento che vi sia utile in caso di bisogno, a presto.